gestire minacce e opportunità

La gestione ottimale di minacce e opportunità

La gestione ottimale di minacce e opportunità (o rischi negativi e rischi positivi) è il segreto del successo di un’impresa. È anche lo scopo del Risk Management, e la responsabilità della leadership di un’azienda.

Gestire l’incertezza

Minacce e opportunità sono causate dall’incertezza del contesto dell’attività di ogni organizzazione. Per questo la gestione del rischio è meglio definita “gestione dell’incertezza”. Il termine “rischio” è molto generico e di solito viene considerato nella sua componente negativa. Dell’incertezza, cioè, si considera solo la possibilità che eventi inaspettati causino danni. Da questi danni si cerca di proteggersi, in genere, tramite controlli, politiche e procedure, spesso mediante assicurazioni.  Le opportunità offerte dall’incertezza vengono considerate raramente. Nella sua accezione secondo la Linea Guida ISO 31000:2018, il rischio è l’effetto dell’incertezza sugli obiettivi. Dunque attiene alle conseguenze sulla capacità dell’organizzazione di raggiungere i propri obiettivi. Queste conseguenze possono anche essere positive, ovvero costituire opportunità per l’impresa di raggiungerli più facilmente o superarli.

Un’innovazione più profonda

La pressione del cambiamento climatico, le norme ambientali sempre più strette e la consapevolezza crescente dei consumatori richiedono di più. Anche la globalizzazione dei mercati, e con essa dell’incertezza, rende più complessa la sua gestione. Le sfide che l’impresa si trova davanti sono molto più articolate che in passato. A causa della velocità dell’evoluzione tecnologica e delle mutazioni dei mercati l’innovazione deve andare oltre processi e prodotti, allargandosi ai modelli di business e alle catene del valore. Anche le caratteristiche cosiddette VUCA, cioè la grande volatilità e ambiguità del contesto globale, aggiungono ulteriori elementi di incertezza.

Perché la Sostenibilità Integrata

Per questo motivo un Risk Management tradizionale oggi non funziona più. La strada migliore per gestire un’incertezza così complessa è quella di adottare strategia e pratiche di Sostenibilità Integrata. Questa sola garantisce la gestione ottimale di minacce e opportunità. Cosa intendiamo per sostenibilità integrata?

Partiamo dalla definizione “ufficiale” di sostenibilità. Nel 2012 il nostro Chief Scientist Robert B. Pojasek la definiva per la prima volta accademicamente così:

La capacità di un’organizzazione di gestire le proprie responsabilità per la tutela dell’ambiente,
la generazione di valore economico condiviso e di benessere sociale nel lungo periodo,
rendendone conto in modo trasparente ai propri stakeholders.

Nella pratica, questo significa:
  1. impostare strategie per assicurare la profittabilità dell’impresa nel lungo periodo
  2. tutelare l’ecosistema e le risorse naturali per le future generazioni
  3. contribuire al benessere delle comunità nelle quali essa opera.

Si tratta di obiettivi ben allineati al benessere dell’azienda e alla sua capacità di generare utili nel periodo in cui viviamo, e per lungo tempo nel futuro.

gestione minacce e opportunità
Le sfide della transizione energetica offrono molte opportunità all’impresa
Da dove partire

Come abbiamo visto, la sostenibilità integrata costituisce in assoluto la migliore gestione del rischio nel contesto attuale. Essa permette all’impresa di contenere gli elementi negativi e  di approfittare delle numerose opportunità offerte dal contesto stesso.

La prima cosa da fare è l’analisi cosiddetta di Materialità. Si tratta di analizzare il contesto dell’impresa, esterno e interno. L’obiettivo è di valutare dove si trovino le fonti di incertezza e quali siano le loro possibili influenze sulla capacità dell’impresa di raggiungere i propri obiettivi. Questi ultimi sono derivati dalla Visione aziendale e dalla sua Missione. Se esse non sono chiare, vanno definite meglio, coerentemente con la Visione di Sostenibilità.

Una volta fatto questo, si tratta di individuare gli stakeholders, ovvero i portatori d’interesse, che rappresentano le fonti di incertezza. Tra questi possiamo trovare, ad esempio:

  • i fornitori
  • i collaboratori interni
  • organizzazioni della società civile
  • il legislatore (locale, regionale, nazionale o sovranazionale)
  • i clienti
  • la comunità finanziaria

In pratica ogni soggetto che può di influire sulla capacità dell’impresa di raggiungere i propri obiettivi dev’essere considerato. Allo stesso modo deve esserlo il suo grado d’influenza e la probabilità che questa venga esercitata.

Le scelte a questo punto

Ora, per raggiungere la gestione ottimale di minacce e opportunità, si tratta di individuare quali sono le influenze in grado di generare le maggiori conseguenze. E come trattarle. In genere si considerano quattro possibilità principali:

  1. Eliminazione dell’incertezza
  2. Allocazione di proprietà
  3. Modifica dell’esposizione
  4. Sorveglianza attiva

Nel primo caso, si cerca di eliminare la causa dell’incertezza. Può essere attraverso un’opportunità che la controbilancia, per esempio una transizione dell’energia utilizzata, un’innovazione tecnologica che elimina una certa sostanza dai processi, il trasferimento di una sede…

Nel secondo, si trasferisce in pratica la preoccupazione per l’incertezza: tipicamente con un’assicurazione o forma simile. A volte un’opportunità può essere trasferita a un’altra organizzazione che sia meglio in grado di approfittare, in cambio di un premio.

Nel terzo, si cerca di mitigare le possibili conseguenze di un’incertezza, per esempio rendendo più resiliente una catena di fornitura vulnerabile, oppure ridurne la probabilità mediante opportune misure.

L’ultimo caso si applica quando si ritiene che l’incertezza comporti conseguenze di scarsa rilevanza. Dunque la si annota e la si “tiene d’occhio” per verificare se cambia di magnitudine nel frattempo. Per il momento non si agisce, concentrando le risorse su incertezze più rilevanti.

L’approccio di ESIndex alla gestione dell’incertezza

ESIndex è stato costruito dall’inizio per assicurare la gestione ottimale di minacce e opportunità, ovvero dell’incertezza. Considera che, in pratica, metà dei suoi 36 fattori riguardano la valutazione del contesto dell’impresa. L’altra metà valuta quanto l’organizzazione e le strategie dell’impresa la rendono in grado di assicurare questa gestione. Questo ti dice quanto lo strumento è focalizzato sul tema!

Il Rapporto Preliminare sull’Index permette all’impresa di valutare al meglio cosa mettere in priorità nella risposta all’incertezza. Da lì è possibile impostare la strategia globale e il sistema di gestione integrato  a base ISO della Sostenibilità che accompagnerà l’impresa nel miglioramento delle performance.

Se vuoi puoi analizzare anche tu la tua sostenibilità integrata e ottenere così il tuo ESIndex®.
Approfitta del nostro strumento totalmente gratuito!

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La gestione ottimale di minacce e opportunità (o rischi negativi e rischi positivi) è il segreto del successo di un’impresa. È anche lo scopo del Risk Management, e la responsabilità della leadership di un’azienda.

Gestire l’incertezza

Minacce e opportunità sono causate dall’incertezza del contesto dell’attività di ogni organizzazione. Per questo la gestione del rischio è meglio definita “gestione dell’incertezza”. Il termine “rischio” è molto generico e di solito viene considerato nella sua componente negativa. Dell’incertezza, cioè, si considera solo la possibilità che eventi inaspettati causino danni. Da questi danni si cerca di proteggersi, in genere, tramite controlli, politiche e procedure, spesso mediante assicurazioni.  Le opportunità offerte dall’incertezza vengono considerate raramente. Nella sua accezione secondo la Linea Guida ISO 31000:2018, il rischio è l’effetto dell’incertezza sugli obiettivi. Dunque attiene alle conseguenze sulla capacità dell’organizzazione di raggiungere i propri obiettivi. Queste conseguenze possono anche essere positive, ovvero costituire opportunità per l’impresa di raggiungerli più facilmente o superarli.

Un’innovazione più profonda

La pressione del cambiamento climatico, le norme ambientali sempre più strette e la consapevolezza crescente dei consumatori richiedono di più. Anche la globalizzazione dei mercati, e con essa dell’incertezza, rende più complessa la sua gestione. Le sfide che l’impresa si trova davanti sono molto più articolate che in passato. A causa della velocità dell’evoluzione tecnologica e delle mutazioni dei mercati l’innovazione deve andare oltre processi e prodotti, allargandosi ai modelli di business e alle catene del valore. Anche le caratteristiche cosiddette VUCA, cioè la grande volatilità e ambiguità del contesto globale, aggiungono ulteriori elementi di incertezza.

Perché la Sostenibilità Integrata

Per questo motivo un Risk Management tradizionale oggi non funziona più. La strada migliore per gestire un’incertezza così complessa è quella di adottare strategia e pratiche di Sostenibilità Integrata. Questa sola garantisce la gestione ottimale di minacce e opportunità. Cosa intendiamo per sostenibilità integrata?

Partiamo dalla definizione “ufficiale” di sostenibilità. Nel 2012 il nostro Chief Scientist Robert B. Pojasek la definiva per la prima volta accademicamente così:

La capacità di un’organizzazione di gestire le proprie responsabilità per la tutela dell’ambiente,
la generazione di valore economico condiviso e di benessere sociale nel lungo periodo,
rendendone conto in modo trasparente ai propri stakeholders.

Nella pratica, questo significa:
  1. impostare strategie per assicurare la profittabilità dell’impresa nel lungo periodo
  2. tutelare l’ecosistema e le risorse naturali per le future generazioni
  3. contribuire al benessere delle comunità nelle quali essa opera.

Si tratta di obiettivi ben allineati al benessere dell’azienda e alla sua capacità di generare utili nel periodo in cui viviamo, e per lungo tempo nel futuro.

gestione minacce e opportunità
Le sfide della transizione energetica offrono molte opportunità all’impresa
Da dove partire

Come abbiamo visto, la sostenibilità integrata costituisce in assoluto la migliore gestione del rischio nel contesto attuale. Essa permette all’impresa di contenere gli elementi negativi e  di approfittare delle numerose opportunità offerte dal contesto stesso.

La prima cosa da fare è l’analisi cosiddetta di Materialità. Si tratta di analizzare il contesto dell’impresa, esterno e interno. L’obiettivo è di valutare dove si trovino le fonti di incertezza e quali siano le loro possibili influenze sulla capacità dell’impresa di raggiungere i propri obiettivi. Questi ultimi sono derivati dalla Visione aziendale e dalla sua Missione. Se esse non sono chiare, vanno definite meglio, coerentemente con la Visione di Sostenibilità.

Una volta fatto questo, si tratta di individuare gli stakeholders, ovvero i portatori d’interesse, che rappresentano le fonti di incertezza. Tra questi possiamo trovare, ad esempio:

  • i fornitori
  • i collaboratori interni
  • organizzazioni della società civile
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  • i clienti
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Le scelte a questo punto

Ora, per raggiungere la gestione ottimale di minacce e opportunità, si tratta di individuare quali sono le influenze in grado di generare le maggiori conseguenze. E come trattarle. In genere si considerano quattro possibilità principali:

  1. Eliminazione dell’incertezza
  2. Allocazione di proprietà
  3. Modifica dell’esposizione
  4. Sorveglianza attiva

Nel primo caso, si cerca di eliminare la causa dell’incertezza. Può essere attraverso un’opportunità che la controbilancia, per esempio una transizione dell’energia utilizzata, un’innovazione tecnologica che elimina una certa sostanza dai processi, il trasferimento di una sede…

Nel secondo, si trasferisce in pratica la preoccupazione per l’incertezza: tipicamente con un’assicurazione o forma simile. A volte un’opportunità può essere trasferita a un’altra organizzazione che sia meglio in grado di approfittare, in cambio di un premio.

Nel terzo, si cerca di mitigare le possibili conseguenze di un’incertezza, per esempio rendendo più resiliente una catena di fornitura vulnerabile, oppure ridurne la probabilità mediante opportune misure.

L’ultimo caso si applica quando si ritiene che l’incertezza comporti conseguenze di scarsa rilevanza. Dunque la si annota e la si “tiene d’occhio” per verificare se cambia di magnitudine nel frattempo. Per il momento non si agisce, concentrando le risorse su incertezze più rilevanti.

L’approccio di ESIndex alla gestione dell’incertezza

ESIndex è stato costruito dall’inizio per assicurare la gestione ottimale di minacce e opportunità, ovvero dell’incertezza. Considera che, in pratica, metà dei suoi 36 fattori riguardano la valutazione del contesto dell’impresa. L’altra metà valuta quanto l’organizzazione e le strategie dell’impresa la rendono in grado di assicurare questa gestione. Questo ti dice quanto lo strumento è focalizzato sul tema!

Il Rapporto Preliminare sull’Index permette all’impresa di valutare al meglio cosa mettere in priorità nella risposta all’incertezza. Da lì è possibile impostare la strategia globale e il sistema di gestione integrato  a base ISO della Sostenibilità che accompagnerà l’impresa nel miglioramento delle performance.

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È basato su 36 fattori correlati agli standard internazionali più significativi per definire la capacità di un’Organizzazione di sviluppare con successo strategie di Sostenibilità Integrata.