È intelligente l’AI? Questa è la domanda che ci siamo posti nel preparare il 54° SustainabiliTALKS©. Nell’episodio odierno dei SustainabiliTALKS© parliamo di un tema attualissimo: la cosiddetta Intelligenza Artificiale.
È intelligente davvero?
Questa è stata la prima domanda che ci siamo posti con la nostra ospite di oggi.
Oggi sembra che ChatGPT e i suoi simili possano diventare la soluzione a tutti i nostri problemi. Ma quanto ne sappiamo veramente? Davvero c’è un potenziale tutto positivo? Quali rischi presenta?
Sembrerebbe non sia veramente la soluzione a tutto, a partire da una totale mancanza di coscienza (tema che approfondiremo prossimamente con un altro ospite). Ma ci sono anche molti rischi dei quali oggi, nell’entusiasmo travolgente che sembra abbia preso tutti, non siamo ancora abbastanza consapevoli.
Il calo della qualità
Uno dei rischi che si corrono e su cui ci mette in guardia l’ospite è quello del calo della qualità della produzione intellettuale che accompagna il calo dei costi della stessa. Si perché, se molti gongolano della possibilità di licenziare esseri umani a favore di prodotti di cosiddetta AI, il calo della qualità si sta già verificando. Anche questo ci legittima a chiederci se è intelligente l’AI; o se è il suo uso a esserlo.
In tanti settori, a partire dalla scuola, dove oggi già gli studenti iniziano a produrre compiti e tesi con strumenti come Chat GPT. E i risultati, ahinoi, si vedono. Molte delusioni attendono i fanatici dell’AI, e coloro che pensano già di affidarsi a questo indubbiamente interessante sviluppo tecnologico senza abbastanza spirito critico.
E senza una vera informazione sul tema.
L’ospite di oggi
E infatti, una delle sorprese di questa conversazione, è che mentre sembra che siamo travolti da “informazione” sull’AI da ogni parte, in realtà di informazione vera ce n’è davvero poca.
L’ospite di oggi è la persona giusta per parlarne. Il nostro CEO Federico Fioretto ne ha parlato con Nicoletta F. Prandi, giornalista, speaker di Radio Lombardia ed esperta della materia. Nicoletta è infatti autrice e conduttrice del Podcast “Non avrai altro dio“, prodotto da Senza Filtro.
Nicoletta smonta uno dopo l’altro i pregiudizi positivi e negativi relativi alla digitalizzazione. E riporta la cosiddetta Intelligenza Artificiale al suo ambito reale e alle aspettative realistiche che possiamo nutrire in merito ai suoi potenziali.
Oltre ad avvertirci delle significative criticità che il tema presenta e prepararci a farne un uso consapevole, realistico e davvero utile alle nostre imprese e a noi stessi.
Perché interessa la sostenibilità
Oggi ci chiediamo se è intelligente l’AI. Ma ci sono diversi motivi per i quali ai fini della sostenibilità, che è il focus dei #SustainabiliTALKS© interessa parlare di cosiddetta Intelligenza Artificiale.
Il primo riguarda un aspetto legato al consumo energetico e di materiali. Far funzionare computer, data center, reti dati, sensori eccetera costa. Costa in termini di energia diretta ed energia contenuta nei materiali e negli apparecchi stessi. Bisogna stare attenti a non pensare che la rivoluzione digitale spinta non abbia un forte impatto ambientale.
Il secondo aspetto riguarda le illusioni sulle performance della cosiddetta AI. Come dice Gregg Braden, un “guru” dello sviluppo personale ma che ha lavorato fin dagli inizi nell’industria dell’altissima tecnologia, “ogni cosa che realizziamo, inclusa l’AI, è solo la proiezione in copia di qualcosa che è già dentro di noi“. Dunque, attenzione a non perdere di vista il potenziale enorme dell’intelligenza umana, per credere che la soluzione stia in una sua brutta copia. Il discernimento di una persona umana dall’intelligenza sapientemente coltivata è irraggiungibile per un’AI. Per non parlare della creatività, preclusa alle macchine.
C’è un aspetto legato al valore sociale, primario per la sostenibilità, che viene dall’illusione che attività fondamentali come la cura della persona possano essere delegate integralmente o quasi alle macchine. Ci sono fior di studi ed esperienze che dimostrano quanto il contributo della relazione di qualità umano – umano abbia effetti benefici sugli esiti clinici e sul benessere della persona. Oltre alla capacità intuitiva a volte vitale dei curanti di comprendere esigenze a volte non rappresentate dai pazienti.
Luddisti o cauti?
Oggi a parlare con cautela dell’AI, o porsi la domanda “è intelligente l’AI?” si rischia di passare per luddisti, o retrogradi. Ma è davvero così?
Oppure ci preoccupiamo, oltre degli aspetti esemplificati nel paragrafo precedente, del fatto di investire con accuratezza le risorse aziendali?
Ci sono settori nei quali l’entusiasmo per l’AI sta raggiungendo livelli di isteria. Ovviamente sulla spinta delle aziende che producono le AI. Legittimo. Ma per un’azienda, affidarsi a strumenti di AI, investendo capitali, tempo e attese di performance, può essere molto rischioso se le attese sono sovrastimate.
Per questo riteniamo che sia importante fornire strumenti informativi che permettano all’imprenditore o al manager di valutare la reale sostenibilità di un investimento in strumenti di IA. Al fine di investire in ciò che serve strettamente agli obiettivi aziendali, fosse anche un’AI, con la ragionevole certezza che l’investimento renda quanto atteso, o meglio ancora qualcosa in più.
Anche questa è sostenibilità!
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Disponibile su tutti i nostri canali social
L’episodio è disponibile dal 10 Gennaio 2024 sul canale dei SustainabiliTALKS© di Apple podcast, Spotify, Spreaker, Google podcast, Anchor e Pocket Casts.
Inoltre, per chi volesse assistere al video, la registrazione è disponibile sul canale Youtube di Exsulting