L'IA non è intelligente

Moda e sostenibilità: quali possibilità? 17° podcast dei SustainabiliTALKS©

Moda e sostenibilità: quali possibilità? È questa la domanda cardine del 17° podcast dei SustainabiliTALKS©.

Il settore della moda è intrinsecamente non sostenibile in quanto fondato sul creare e rispondere a quelle che sono tendenze del momento, sviluppando un consumo crescente all’accelerarsi del cambio del gusto indotto dai produttori.

La moda “tradizionale” è organizzata in 4 collezioni all’anno. Nel Fast Fashion invece sono state contate circo 52 micro-collezioni annue. Va da sé che questo settore si faccia protagonista di un ingente accumulo di rifiuti e spreco di materiali.

Gli impatti ambientali

A partire dalla produzione delle materie, passando per processi produttivi e fase d’uso e arrivando al fine vita, la moda è responsabile di molti impatti ambientali negativi.

Per coltivare 1 kg di cotone occorrono circa 11.000 litri d’acqua. Le fibre sintetiche sono costituite di prodotti derivati da petrolio o minerali.  Le tinture utilizzate per i capi possono essere tossiche per l’ambiente, per chi li indossa e per i lavoratori.  Ma non solo, i lavaggi dei nostri capi possono portare alla dispersione in mare di microplastiche impercettibili a occhio nudo, ma comunque in grado di entrare nella catena alimentare attraverso la fauna marina.

Il fine vita dei prodotti tessili spesso si traduce in conferimento in discarica o abbandono.
A onor del vero, negli ultimi anni si sta diffondendo ampiamente il mercato dell’usato, ma che valore può avere un capo progettato per durare pochi mesi?

Gli impatti sociali

Non è solo la componente ambientale della sostenibilità a essere interessata dagli impatti della moda. Anche il sociale è fortemente vittima del consumismo che caratterizza i nostri giorni. Il consumatore vuole comprare tanto e spesso spendendo il meno possibile. A rimetterci è la catena di fornitura, a partire dai lavoratori che spesso abitano l’altra parte del mondo.

Salari minimi inadeguati, scarsa sicurezza sui luoghi di lavoro, sfruttamento, sfruttamento minorile… Sono solo alcuni dei costi sociali che dovremmo aggiungere agli scontrini d’acquisto.

Moda e sostenibilità. Quali alternative possibili? Parliamone con l’esperto

Per trovare risposte e cercare altre domande, il nostro CEO Federico Fioretto ospita in questo podcast dei SustainabiliTALKS© Matteo Ward, Co-founder e CEO di WRAD  una startup di moda focalizzata sull’innovazione, l’educazione e il design sostenibile.

Buon ascolto di questo diciassettesimo Podcast  dei SustainabiliTALKS© dal titolo “Moda e sostenibilità: quali possibilità?” e appuntamento alla prossima puntata.

Per chi volesse assistere al video, la registrazione è disponibile su Youtube e sulla pagina Linkedin di Exsulting.

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Non-financial reporting, tra comunicazione e strategia nel 16° podcast dei SustainabiliTALKS©
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Embedded Sustainability Index® è uno strumento di valutazione e supporto al progresso dell’Impresa verso la Sostenibilità e l’Economia Circolare.
È basato su 36 fattori correlati agli standard internazionali più significativi per definire la capacità di un’Organizzazione di sviluppare con successo strategie di Sostenibilità Integrata.

Moda e sostenibilità: quali possibilità? È questa la domanda cardine del 17° podcast dei SustainabiliTALKS©.

Il settore della moda è intrinsecamente non sostenibile in quanto fondato sul creare e rispondere a quelle che sono tendenze del momento, sviluppando un consumo crescente all’accelerarsi del cambio del gusto indotto dai produttori.

La moda “tradizionale” è organizzata in 4 collezioni all’anno. Nel Fast Fashion invece sono state contate circo 52 micro-collezioni annue. Va da sé che questo settore si faccia protagonista di un ingente accumulo di rifiuti e spreco di materiali.

Gli impatti ambientali

A partire dalla produzione delle materie, passando per processi produttivi e fase d’uso e arrivando al fine vita, la moda è responsabile di molti impatti ambientali negativi.

Per coltivare 1 kg di cotone occorrono circa 11.000 litri d’acqua. Le fibre sintetiche sono costituite di prodotti derivati da petrolio o minerali.  Le tinture utilizzate per i capi possono essere tossiche per l’ambiente, per chi li indossa e per i lavoratori.  Ma non solo, i lavaggi dei nostri capi possono portare alla dispersione in mare di microplastiche impercettibili a occhio nudo, ma comunque in grado di entrare nella catena alimentare attraverso la fauna marina.

Il fine vita dei prodotti tessili spesso si traduce in conferimento in discarica o abbandono.
A onor del vero, negli ultimi anni si sta diffondendo ampiamente il mercato dell’usato, ma che valore può avere un capo progettato per durare pochi mesi?

Gli impatti sociali

Non è solo la componente ambientale della sostenibilità a essere interessata dagli impatti della moda. Anche il sociale è fortemente vittima del consumismo che caratterizza i nostri giorni. Il consumatore vuole comprare tanto e spesso spendendo il meno possibile. A rimetterci è la catena di fornitura, a partire dai lavoratori che spesso abitano l’altra parte del mondo.

Salari minimi inadeguati, scarsa sicurezza sui luoghi di lavoro, sfruttamento, sfruttamento minorile… Sono solo alcuni dei costi sociali che dovremmo aggiungere agli scontrini d’acquisto.

Moda e sostenibilità. Quali alternative possibili? Parliamone con l’esperto

Per trovare risposte e cercare altre domande, il nostro CEO Federico Fioretto ospita in questo podcast dei SustainabiliTALKS© Matteo Ward, Co-founder e CEO di WRAD  una startup di moda focalizzata sull’innovazione, l’educazione e il design sostenibile.

Buon ascolto di questo diciassettesimo Podcast  dei SustainabiliTALKS© dal titolo “Moda e sostenibilità: quali possibilità?” e appuntamento alla prossima puntata.

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