Soluzioni sostenibili e circolari grazie a materiali composti d’avanguardia sono l’argomento di oggi. Per la serie delle interviste ai leader della sostenibilità, oggi il nostro CEO Federico Fioretto ha incontrato Cristiana Talon ed Enrico Benco, due grandi appassionati di vela con esperienza vasta e prestigiose nel campo. Soprattutto, però, oggi sono due imprenditori che hanno avviato un’impresa davvero unica, GS4C, tra i pionieri della transizione a un’economia veramente circolare e sostenibile. Scopriamo insieme cosa stanno combinando in questa loro snella e coraggiosa eccellenza italiana.
Dalla vela ai compositi
FF: Dalla vela al mondo dei materiali compositi avanzati: come è stato questo vostro percorso?
E.B: GS4C, “Go Sailing, for a Change” nasce concettualmente nel 2010 dalla passione per il mare e la vela dei due soci fondatori Cristiana Talon e io. Entrambi provenienti da un passato di America’S Cup. Io con il Moro di Venezia e Cristiana con il Team di Mascalzone Latino alla 32th America’s Cup di Valencia. Oltre a successive altre attività nel circuito della vela professionistica.
Moro di Venezia prima barca di Coppa America in carbonio
Per comprendere la nostra scelta di percorso facciamo una piccola deviazione storica. I materiali compositi sono stati introdotti dal Team Neozelandese durante l’America’s Cup tenutasi a Freemantle nel 1987 (l’imbarcazione KZ-7, Kiwi Magic, la terza della serie). La prima barca di Coppa America in carbonio è stata una barca Italiana, varata nel 1990 (ITA-1, Il Moro di Venezia). Quindi quando si è trattato di pensare a un settore di riferimento per un progetto pilota di soluzioni sostenibili con compositi riciclabili la scelta di fare una barca è stata naturale. Una barca a vela è anche il caso studio ideale per testare nuovi materiali. Deve essere leggera, rigida, sopportare incredibili sollecitazioni e sopravvivere in un ambiente ostile per i materiali (acqua salata ed esposizione continua al sole).
L’economia del futuro
FF: Non soltanto soluzioni sostenibili per il futuro, ma anche l’economia del futuro, dunque. La vostra attività è orientata a materiali riciclabili per l’economia circolare. Come funziona il vostro modello di business?
C.T: Le immagini che normalmente si associano alla Vela sono sempre state di libertà, contatto con il mare, ecologia, purezza ecc.. In realtà la costruzione degli scafi e di tutte le componenti non è esattamente così “green” e “sexy” come si pensa. Partendo da un foglio bianco, abbiamo cercato le migliori tecnologie sostenibili e riciclabili che consentissero il “Cradle-to-Cradle” (Si tratta di un concetto legato al riutilizzo al 100% delle materie usate per un prodotto, che alla fine del ciclo di vita devono tornare materia prima per ulteriori prodotti N.d.R.) dell’imbarcazione e che rispettassero realmente i principi dell’Economia Circolare.
Al momento lavoriamo nella modalità dell’Open Innovation, ovvero portando innovazione dall’esterno in aziende e cantieri che dimostrino un concreto interesse per una transizione verso materiali sostenibili. Forniamo le prove di laboratorio e prototipazione ed il successivo trasferimento tecnologico.
Access over Ownership per il futuro
CT: In prospettiva stiamo proponendo soluzioni sostenibili di business strettamente legate a concetti di “Access over Ownership”, cioè fornire un servizio invece che un prodotto, a supporto di quello che noi definiamo un modello di “Sviluppo responsabile”. I materiali riciclabili sono una soluzione sostenibile solo se vengono riciclati. Questo implica necessariamente un controllo completo della filiera e del fine vita di quello che viene prodotto. Il modello di affitto a lungo termine è l’unico che possa garantire questo controllo. Stiamo sviluppando un concetto di blockchain che sposti questo approccio alle materie prime a supporto della nostra visione.
E dalla Nautica all’Eolico
FF: Nautica ed eolico sembrano due mondi molto lontani, ma voi ci vedete una profonda connessione. Come si collegano nella vostra attività?
E.B: Uno scafo in composito è fatto con gli stessi materiali e con le stesse tecnologie di una pala eolica. Entrambi i settori condividono il problema irrisolto di sfridi di produzione e di riciclo sostenibile a fine vita. La tecnologia che abbiamo identificato potrebbe essere la soluzione. Tuttavia la priorità delle leggi di mercato impone scelte legate al costo dei materiali a scapito della riciclabilità.
Le collaborazioni in corso con Amer Yachts, con RINA e con ENEA stanno confermando la validità delle nostre scelte tecnologiche e ci hanno consentito di essere presenti nei tavoli di lavoro europei sulla circolarità per il settore dell’eolico e di inserire nelle linee guida dell’ICOMIA il riferimento in modo diretto alla fibra riciclabile FILAVA. In particolare, le linee guida di ICOMIA sulla sostenibilità e utilizzo di materiali sostenibili hanno inserito la fibra FILAVA, di cui GS4C è agente esclusivo, come miglior materiale nel campo dei compositi per la costruzione di imbarcazioni.
Coinvolti in molti progetti internazionali
FF: So che siete coinvolti in diversi progetti internazionali per la ricerca di soluzioni sostenibili. Ci raccontate qualcosa?
EB: Abbiamo partecipato a vari bandi nazionali e internazionali con partner Europei, solo per citarne qualcuno con Invitalia, RINA ed ENEA abbiamo sviluppato il nostro brevetto B.Al.i legato ad una tecnologia di FML (fiber metal laminate). Con Regione Lombardia, attraverso il Bando Frim Linea 8, abbiamo costruito Amavél una barca di 6,5 m sostenibile e riciclabile. Si parte da una fibra minerale in sostituzione di quella di vetro, legata da una resina epossidica a base bio. È una tecnologia di infusione che ha consentito di validare tutto il processo Cradle-to-Cradle ottenendo zero sfridi di produzione in tutte le fasi. Si è anche dimostrato il recupero di materiale composito a fine vita. Il progetto è stato selezionato fra i tre finalisti nell’area Sostenibilità del JEC Innovation Awards 2018. È un premio legato al JEC World Paris, fiera di riferimento dei materiali compositi.
Stampi in vetroresina riciclata… riciclabili
Sempre con Regione Lombardia abbiamo vinto il Bando INNODRIVER, in collaborazione con Lecco Innovation Hub – Politecnico di Milano. Questo bando ci ha permesso di sviluppare la tecnologia “GLEMOULD”, per la creazione di un innovativo stampo completo in Glebanite®. Si tratta di un materiale prodotto dall’azienda Rivierasca di Bottanuco. È un possibile sostituto sostenibile del classico MD pannello in fibra di legno a varia densità compattato con colla o resina, del quale abbiamo anche sviluppato il Life Cycle Assessment LCA.
Il 24 di Settembre è stata annunciata la nostra collaborazione con il Futures Program della regata intorno al mondo “The Race Around”. Il programma prevede di lavorare su quattro pilastri di sostenibilità, ed oltre alla Regata si occuperà di Educazione, Pari Opportunità e ricadute industriali con l’obiettivo di sfruttare la visibilità mondiale dell’evento per iniziare un cambiamento concreto nel settore della nautica.
Partner di filiera
Con questi Bandi abbiamo avuto la possibilità di verificare tutti i passaggi della filiera e di stringere rapporti importanti con aziende che condividono la nostra visione. Fra queste One Sails, che produce vele completamente riciclabili. Un altro partner è Cormatex, che ha sviluppato una tecnologia che permette il recupero e la valorizzazione di tutti gli sfridi di produzione. Dal progetto della barca è seguito il contatto con Amer Yachts grazie al lavoro di network di Assolombarda. Con loro stiamo lavorando alla completa transizione della produzione di Amer Yachts verso compositi sostenibili, abbandonando progressivamente la produzione in vetroresina.
Progetti innovativi nell’automotive
EB: Sul fronte automotive, con il progetto C2CC, (finanziato dal Cluster EIT Raw Materials della Commissione Europea). stiamo qualificando la soluzione riciclabile Cradle-to-Cradle basata su fibra minerale e resina bio con ENEA e Centro Ricerche Fiat per il settore. L’auto è un settore nel quale le normative sulle emissioni e sulla riciclabilità hanno favorito innovazione e cambiamenti. Nello specifico si tratterà di un cofano per la Fiat 500 Abarth.
La stretta collaborazione con ENEA è per noi fondamentale oltre che per la credibilità internazionale soprattutto per l’apporto scientifico fondamentale allo sviluppo di nuove soluzioni.
Opportunità per l’industria
FF: Quali sono le principali opportunità che la vostra ricerca può offrire all’industria che si volge alla sostenibilità?
CT: Prima di tutto l’esperienza di anni di scouting di soluzioni sostenibili pronte per essere trasferite in produzione. Poi un punto di vista esterno (Open Innovation) aiuta le aziende a identificare potenzialità che internamente erano state trascurate. Con Rivierasca, ad esempio, collaboriamo sul loro prodotto Glebanite (un prodotto ottenuto per l’80% da riciclo di vetroresina) come alternativa riciclabile in nuova Glebanite per la produzione di stampi per il settore nautico.
Esperienze analoghe a quelle di Exsulting
FF: Questa del punto di vista esterno è analoga all’apporto che portiamo noi di Exsulting: non pretendiamo di conoscere il mestiere meglio dei nostri clienti, ma uno sguardo “vergine” su processi e progetti vede cose che chi ci è immerso da sempre ormai non vede più. Vediamo le criticità che incontrate nel far comprendere la transizione verso la circolarità e la sostenibilità?
CT: La criticità principe di tutti i settori a qualunque livello è il traguardo finanziario a breve termine. Oggi raccogliamo sulle spiagge il risultato di scelte di grande successo economico fatte 40 anni fa. Le risposte delle aziende quando proponiamo soluzioni riciclabili dimostrano che non si è compresa la lezione. Ci sono ovviamente delle eccezioni, e con loro stiamo lavorando per definire un nuovo standard di sostenibilità e contestualizzare quello che è invece semplicemente greenwashing.
La gestione integrata risponde alle richieste del CFO
FF: Vedo che anche sulle criticità le nostre esperienze sono simili. Lo sguardo finanziario di breve termine è diventato per gran parte delle aziende l’unico disponibile. Questo spesso taglia le gambe all’innovazione e alle soluzioni più interessanti. Per questo abbiamo messo a punto, nel nostro sistema di gestione integrata della sostenibilità, una componente che prevede i ritorni economici sugli investimenti in sostenibilità o circolarità dei processi. Questo ci ha permesso di “parlare la lingua” dei CFO in modo a loro molto più comprensibile e a trovare più agevolmente lo spazio per collaborare con le aziende. Speriamo che un giorno questo approccio integrato alla gestione strategica e operativa della sostenibilità aiuterà anche voi a trovare clienti più aperti a sperimentare le vostre soluzioni.
Grazie davvero a Cristiana ed Enrico di GS4C per averci raccontato un po’ della loro affascinante avventura che contribuisce in modo eccellente alla transizione verso la sostenibilità e l’economia circolare. Una transizione necessaria, inevitabile, che non sarà mai troppo rapida.
Vuoi scoprire cosa può fare la sostenibilità integrata per la tua azienda?
Prova il nostro strumento gratuito in autovalutazione